Perchè dobbiamo essere “Charlie”. Maria Cristina Roccella.
09.01.2015 17:51Diciamoci la verità: Charlie Hebdo è irriverente, esagerato, anticlericale, antireligioso, al limite dell'offensivo. A molti di noi Charlie Hebdo non sarebbe piaciuto, se fosse uscito anche in Italia.
Ma proprio per queste ragioni questo piccolo settimanale satirico francese ci rappresenta tutti. Rappresenta quella libertà di pensiero, quella civiltà di cui spesso ci riempiamo la bocca, ma a cui spesso dimentichiamo di appartenere. Rappresenta la laicità, la tolleranza, la convivenza civile.
Charlie Hebdo è questo e questo dovremmo essere tutti noi.
Spesso attraverso la rete si diffondono parole, hashtag, che diventano virali, diventano popolarissime. Spesso sono parole vuote, superficiali, che anche noi scriviamo per semplice pigrizia intellettuale o perchè ormai viviamo nella società delle parole leggere, quelle parole digitate su una tastiera a cui spesso non diamo il giusto peso. Ma #JeSuisCharlie oggi ha un senso più che mai.
Non solo per i motivi legati alla libertà di pensiero, ma anche perchè è stata colpita l'arte. I vignettisti uccisi dai terroristi erano artisti. Alcuni di loro erano artisti di fama internazionale, come Wolinsky, che hanno lavorato anche in Italia e hanno influenzato intere generazioni di vignettisti. L'arte, in tutte le sue forme, parla il linguaggio universale dell'anima e se si colpisce l'arte si colpisce l'anima di una civiltà.
L'attacco a un piccolo giornale francese ha colpito al cuore la nostra civiltà, ma proprio perchè ci definiamo civili adesso abbiamo il dovere di reagire nella giusta maniera. La ricerca della vendetta o la generalizzazione non ci devono in alcun modo appartenere. Non ci deve appartenere il senso di superiorità. Non ci deve mai sfiorare il pensiero che sia in atto uno scontro di civiltà.
Se apparteniamo alla civiltà che permetteva a Charlie Hebdo di esistere, dobbiamo avere la forza di capire le ragioni di quanto è successo e dobbiamo avere la capacità di non scalfire la nostra democrazia in alcun modo, né per vendetta né per prevenzione di futuri atti terroristici.
Dopo l'11 settembre 2001 il mondo è precipitato in un'assurda spirale di violenza, spesso si sono accantonati i valori di libertà e dignità dell'essere umano in nome di una vendetta contro chi voleva distruggere il nostro sistema di vita. Dopo Parigi non deve esistere un'altra Guantanamo, non deve esistere un altro Iraq.
Perchè se poche ore fa la guerra degli estremisti islamici è stata portata in casa nostra, colpendoci su quanto abbiamo di più caro (la libertà d'espressione), noi dobbiamo avere la forza di reagire e soprattutto di capire. Se è accaduto un fatto grave come il massacro della redazione di Charlie Hebdo è anche perchè negli ultimi decenni la politica occidentale si è concentrata solo sul dominio economico di alcune aree del mondo. E' stato per difendere la nostra superiorità economica che abbiamo armato in Nord Africa i fondamentalisti islamici contro regimi che, per quanto non paragonabili alle democrazie occidentali in alcun modo, erano comunque laici e tenevano sotto controllo l'estremismo. E'stato per difendere la nostra superiorità economica che abbiamo armato l'ISIS e Al Quaeda, pensando scioccamente di poterli distruggere e ricostruire a nostro piacimento. La storia recente ci insegna che molti errori sono stati fatti e che il ripetersi di questi errori potrebbe portare a conseguenze davvero molto gravi.
Questo naturalmente non vuole essere un ragionamento che giustifica quanto avvenuto. In democrazia chi sbaglia viene severamente condannato, chi compie crimini contro la vita e la libertà altrui ne deve pagare gravissime conseguenze. Questo deve essere il nostro obiettivo. Mantenere viva la nostra democrazia più che mai, in omaggio a quelle menti libere dagli schemi e dalla morale, che hanno rischiato consapevolmente la propria vita e l'hanno persa, ma non hanno mai rinunciato a seppellire l'oscurantismo e il fanatismo di tutte le religioni con una risata.
Maria Cristina Roccella
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